La telescrivente dell’osservatorio registra anche i miei sogni. Questa notte è stata la volta di uno spaccato luminescente di strane epoche trascorse e dimenticate; epoche intrise di ideali, bandiere e palpitanti passioni politiche tradotte in sentimento. Riporto per esteso la trascrizione.
Erano le strutture lignee, da poco inaugurate per la gioia di noi, giovani imbrattatori, che da subito, inchiostro rosso alla mano abbiamo minuziosamente lordato: perfette assi trasversali, geometrie civiche esagonali sotto il bianco sole. Eri bella e di un biondo di cenere e fumo, un naso a patata, ideali infiniti, danzanti in quel mattino limpido, lungo ogni direzione del cosmo, e la mano mi tenevi, mentre come te ad occhi chiusi sussurravo: solo con i poeti mi sono sempre trovato, fossero fascisti, anarchici o mistici, solo con loro. E anche per questo sentivo che anche tu mi amavi, mentre un tiepido vento ci correva incontro dai colonnati della polis.